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INTRODUZIONE

Brianze
I.S.A. Giussano
Comune di Giussano
Settimo, si riposò...
di Attilio Mina

Citiamo dunque la Genesi: “… e giunto al settimo si riposava da tutta l’opera, e lo benediceva, e rendeva sacro…”. Passo dopo passo, la collaborazione tra l’Istituto Statale d’Arte di Giussano, il suo preside arch. Bruno Chiaro, la vicepreside dott.sa Marcella Gibertoni; l’impegno personale di chi scrive, dei suoi allievi e Brianze, è giunta proficuamente al settimo della creazione.
Dopo: I canti dalla Brianza, esauritissimo Cd di antiche registrazioni canore; il Film Christus, vincitore del Premio Speciale al Festival Internazionale del Cinema “Le Mura d’Oro” , patrocinato da RAI Sat-Art; il video ritrovato di Guido Gozzano: “La farfalla macaone”, il suo contributo dato alla campagna di conoscenza e tutela delle farfalle nel Parco Lambro; l’audio Cd: “l’attore, il poeta, la voce” dedicato a Gianfranco Mauri, presentato in associazione con il Piccolo Teatro di Milano; il Cd audio: “Ciciarem un cicinin”, con Franca Brambilla; il video documento su Giussano: “Il tempo, la memoria”, vincitore del Festival Internazionale di Pordenone “VideoCinema&Scuola”, patrocinato dal Segretariato Generale del Consiglio d’Europa, giunge ora “Don Rinaldo Beretta. Lo storico della Brianza”, prodotto interamente dedicato alla mai prima d’ora riunita Opera omnia del grande storico brianzolo. Si tratta in apparenza di un semplice Cd, di un ipertesto sotto forma di dischetto multimediale: piccolo se valutato in centimetri ma grande e smisurata “ruota” del nostro tempo storico. Avevamo deciso, essendo proprio il settimo, di fabbricare uno speciale facile per tutti: intendiamo dire, facile da confezionarsi, da farsi, ma comunque intrigante in ragione della sua semplicità. Per i lettori, in particolar modo: riposante, godibile a vedersi, di semplice e lineare nella fruibilità. E’ stata ugualmente una gran fatica; anzi, sicuramente una fatica superiore alle altre.
Lo sapevamo, lo avevamo verificato da subito, appena iniziato il lavoro; ma abbiamo voluto tenacemente darci di testa, per quel bisogno di andare oltre che è, se si vuole, una delle basi della didattica e della conoscenza; e questo solo per parlare dell’aspetto più strettamente tecnico del problema. Anche i lettori lo sanno: se discutono di storia, specie della nostra più prossima, essere difficili è piuttosto difficile, difficilissimo però è l’essere facili. Nientemeno è facile essere difficilissimi. A parte il fatto che l’uso serio delle parole che ci resta, è quello didattico del gioco; questo non è un gioco di parole, ma informazione editoriale vera e propria, e riguarda assai da vicino l’iter progettuale dell’intero nostro lavoro portato avanti nell’Istituto d’Arte.