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BIOGRAFIA

in breve...
Lo storico con la tonaca
di Francesco Confalonieri

Don Rinaldo Beretta nacque il 26 febbraio 1875 a San Feriolo di Barzanò, figlio di Luigi e di Perego Teresa. Al fonte battesimale gli posero i nomi di Giosuè, Rinaldo, Egidio ma nei registri del Comune risulta col solo nome di Giosuè. Nondimeno fu conosciuto e chiamato con quello di Rinaldo. Avviatosi alla carriera ecclesiastica, e compiuti felicemente i relativi studi, fu ordinato sacerdote il 4 giugno 1898. Per la sua poca salute venne assegnato come coadiutore alla parrocchia di Robbiano, frazione del Comune di Giussano (Milano), dove quale prima opera organizzò un oratorio maschile e lo diresse per molti anni; e nel 1923 vi aggiunse la sezione robbianese dell’Unione Giovani Cattolici Italiani. La buon’aria del luogo lo rimise discretamente in salute, così che nel 1906, dal 17 settembre al 24 ottobre, prese parte al pellegrinaggio in Terra Santa con Monsignor Radini Tedeschi vescovo di Bergamo e con il suo segretario, Angelo Giuseppe Roncalli, che poi divenne Sommo Pontefice. Scrisse di questo viaggio interessanti articoli nel giornale milanese La Lega Lombarda. Nel 1938, dopo quarant’anni di laborioso coadiutorato, successe al suo venerato predecessore. Prestò la sua opera sino al 31 maggio 1960, nel qual giorno rinunciò alla parrocchia data la grave età e gli annessi acciacchi. Continuò tuttavia a risiedere in parrocchia, trascorrendovi gli ultimi anni della sua vecchiaia, sempre stimato e amato dalla popolazione. Il 13 maggio 1966 volle beneficare ancora una volta la sua parrocchia con una borsa di studio per uno studente seminarista, ed un’altra ne dispose per la nativa Barzanò. Amò il suo popolo. Largo e generoso coi bisognosi, nell’esercizio del suo ministero non solo attese innanzitutto, con pietà, zelo e dottrina al bene spirituale delle anime, mantenendo nella popolazione una fede viva ed operosa, ma collaborò nel 1907 alla fondazione di una Società Federale di Mutuo Soccorso fra operai e contadini delle allora tre parrocchie del comune di Giussano (Giussano, Paina, Robbiano), che dovette poi scomparire coll’avvento del fascismo. Si era ai primi anni del movimento sociale-cristiano, in contrapposto a quello socialista, anni di generale depressione economica, e di grave disagio per la povera gente. Nel 1909 eresse in Robbiano, una frazione allora pressoché tutta dispersa in vecchi cascinali, una Cooperativa di Consumo fra operai e contadini. Fu tra le prime che sorsero nella Brianza e continua a sussistere e a prosperare, nonostante le gravi difficoltà incontrate durante il periodo fascista per il suo indirizzo cristiano-sociale. Non tralasciò di aiutare direttamente la classe contadina coll’organizzare nel 1904 una Mutua per il bestiame bovino, sotto il patrocinio di San Sebastiano. Quando allora ad un contadino moriva la mucca era una faccenda seria il rimpiazzarla coi propri mezzi. Scomparve di poi col sorgere ed affermarsi delle industrie, specialmente quella del mobile, apportatrici di maggior benessere. L’agricoltura finì coll’essere tenuta in minor conto, per non dire trascurata. Si adoperò presso l’autorità comunale onde la parrocchia fosse provvista di un nuovo e capace edificio scolastico e di un più decente cimitero, donando per quest’ultimo gratuitamente il terreno necessario. Negli ultimi anni acquistò e donò alla chiesa un appezzamento di terreno di circa venti pertiche colI’intenzione di costruire su un terzo una nuova parrocchiale con annessa la casa del parroco, e sull’altra parte un nuovo oratorio maschile. La vecchia chiesa, per quanto ben tenuta, non era ormai più sufficiente a contenere l’aumentata popolazione, e l’oratorio esigeva di essere ricostruito, ampliato, e sistemato secondo le moderne esigenze. Si pensò invece di erigere al più presto il nuovo oratorio per i ragazzi. Monsignor Sergio Pignedoli il 12 settembre 1959 ne benedisse solennemente la prima pietra nella quale il Parroco fece rinchiudere una pergamena commemorativa. Né va dimenticato che durante le grandi guerre del 1915-18 e del 1940-45 svolse non poca attività in favore dei suoi parrocchiani vicini o lontani in zona di guerra o in prigionia. Il Consiglio Comunale di Giussano lo elesse il 3 ottobre 1923 alla carica di membro della Commissione di vigilanza scolastica, delibera resa effettiva il 19 novembre dalla Prefettura di Milano. Cinque anni dopo, il 12 gennaio 1928, venne confermata la sua nomina di membro del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Carlo Borella (Ospedale di Giussano). Da sacerdote intelligente, colto e attivo com’era, nonostante l’impegno nell’adempimento dei suoi molteplici doveri sacerdotali e pastorali, perché scopo primo del sacerdote è di sentirsi formatore di coscienze cristiane, trovò pure modo, a tempo libero, di coltivare gli studi storici, occupandosi particolarmente della Brianza e disseminando il frutto delle sue indagini in riviste, monografie e opuscoli. Monsignor Carlo Marcora, dottore dell’Ambrosiana, scrisse di lui infatti che “nonostante i suoi ottanta anni continua ad aggiungere alle cure pastorali anche lo studio della storia diocesana, esempio non comune di grande laboriosità nel duplice campo”(1). Alessandro Visconti ricorda il Beretta come un sagace indagatore di memorie storiche briantee (2). Il professor Giampiero Bognetti, illustre presidente della Società Storica Lombarda, a proposito di scritti del Beretta, scrisse che: “suscitano ammirazione per la competenza, l’onestà e la continuità di lavoro di questo venerando ed operoso storico della Brianza”(3). Espressione di lode ebbe pure il professor Natalino Tagliabue, distinto studioso di storia bergamasca e milanese. Commentando La diffusione del Cristianesimo nella Brianza e le antiche pievi briantine, dichiarò Don Rinaldo Beretta “ricercatore erudito e autore, tra l’altro, di una pregevole monografia, ove nulla concede alle ipotesi e congetture, ma con grande cautela e riserbo si appoggia solo sulla documentazione, fin dove è possibile, o sugli indizi più sicuri”(4). E altrettanto ebbe ad affermare il distinto professor universitario Gianluigi Barni parlando di Don Beretta come storico brianzolo (5). Nonostante che col passare degli anni ci saranno inevitabilmente dei punti della sua ricerca da aggiornare, per il fatto stesso che tutte le scienze progrediscono e che di onniscienti infallibili non c’è che Dio, rimarrà pur sempre tra i migliori studiosi della Brianza del suo tempo. Socio della Società Storica Lombarda e della Società Archeologica Comense, il 30 aprile 1926 fu nominato “Socio Corrispondente della Regia Deputazione sovra gli Studi di Storia Patria”, rendendo omaggio all’opera da lui portata agli studi storici, nomina notificatagli da P. Boselli da Torino il 22 Maggio 1926. Con decreto ministeriale del 18 marzo 1938 ebbe la nomina di R. Ispettore onorario ai Monumenti, degli Scavi ed Oggetti di Antichità ed Arte per i Comuni degli ex mandamenti di Vimercate, Desio e Carate: incarico confermatogli successivamente dal Governo della Repubblica Italiana. Il 24 dicembre 1957 a Milano, nel palazzo Isimbardi, gli fu conferita la medaglia d’argento dell’Amministrazione Provinciale “per il prezioso contributo di studi alla storia civile e religiosa della nativa Brianza da lui beneficata in oltre cinquant’anni di ministero sacerdotale”; ed il 27 dicembre 1962 S.E. il Capo dello Stato, Antonio Segni, lo nominò Cavaliere dell’ordine “al merito della Repubblica Italiana”. Successivamente, in occasione del suo novantesimo anno di età, il Comune di Giussano lo onorò con medaglia d’oro; ed altrettanto fece il Comune nativo di Barzanò, tre anni dopo, in occasione del suo settantesimo di Messa. Fino all’ultimo rimase lucido e impegnato senza mai rinunciare, pur nei limiti dell’età, alla sua funzione sacerdotale e alla sua missione di storico. Infatti negli ultimi anni della sua vita preparò e corresse le bozze per le ristampe di tutti i suoi libri più importanti. Il 21 aprile 1976 Don Rinaldo Beretta moriva compianto da tutti coloro che avevano avuto modo di conoscerlo, apprezzarlo ed amarlo.