27 Novembre - 11 Dicembre 2011 @ Villa Mazenta - Giussano (MB)


Facchin

I facchini, tipica istituzione milanese, erano riuniti in Corporazioni e suddivisi a seconda dei "passi", cioè del luogo in cui erano obbligati a stazionare per essere sempre tempestivi in caso di necessità.
Quando la campana del Broletto dava l'allarme di un incendio, i facchini accorrevano con brente ed attrezzi.
L'obbligo di accorrere in caso d'incendio, durante la dominazione spagnola, si estese ai muratori; nel 1707 il governatore di Milano Eugenio di Savoia, ingaggiò per questo servizio anche i falegnami.
Milano potè sempre contare sull'aiuto dei facchini fino al 1797 quando il generale Dupuy istituì il corpo dei pompieri.
Comunque, fino agli inizi del '900, il facchino, nell'attesa di essere chiamato per qualche servizio, se ne stava seduto su una verde panchina con lo stemma del Comune, al suo "passo" stabilito.
La vita del facchino era dura; si usava infatti dire: "Me tocca de fà el facchin" e "Vitt de facchin", vite da facchino, facchinerie.
Carlo Chiesa così ci presenta i facchini:
"Duu facchin sul piazzal de la Stazion
Spetten, per portà i bors, i passagger:
Vun ghe disen Candila e l'alter Tron
E hinn tutt duu abbonaa al Filanger.
Hinn la vera berlina di brumista
Che ghe dann sott, sentendi a dì: «Che famm!»"

Facchin

Opera di Khudoley Olena