27 Novembre - 11 Dicembre 2011 @ Villa Mazenta - Giussano (MB)


Pajsan

Il contadino è una figura centrale per la società brianzola della prima metà del novecento sostanzialmente fondata sulla coltivazione della terra. Animali d’allevamento fornivano la carne necessaria al sostentamento, latte, burro, uova e salumi che, con l’aggiunta di verdure, ortaggi e farina, costituivano la dieta delle famiglie contadine. Se l’annata era buona e non vi erano accidenti particolari, era garantita una vita dignitosa; la sciagura era costituita da eventuali danni al raccolto dovuti al maltempo o dalla morte del bestiame.
Numerosissimi sono i proverbi in dialetto sul lavoro nei campi, ne elenchiamo solo alcuni:
A camp tempestaa no var benedizion - Quando viene la grandine sul campo non vale la benedizione.
Acqua de fevree, l’empis el granee - L’acqua di febbraio riempie il granaio.
A san Barnabà, segra e mej in terra va - Nei primi undici giorni di giugno si mietono la segale e il miglio.
A san Peder se catta i scires - A san Pietro si raccogono le ciliegie.
Dì melon ghe n’è poch de bon - Di meloni ve ne sono pochi di buoni.
El ris l nass in l’acqua e el moeur in del vin - Il riso nasce nell’acqua e muore nel vino.
El succ l’èpesg de la tempesta - La siccità è peggio della grandine.
On poo d’ortin l’è un gran vantage - Un po’ di orto costituisce un grande vantaggio.
Per vangà e zappà no besogna digiunà - Per vangare e zappare non bisogna digiunare.
Boeu, cavaj e porch deven vess grass de corp - Buoi, cavalli e maiali devono essere grassi.

Pajsan

Opera di Turle Sergio

Pajsan

Opera di Floria Pietro